L’Ayurveda, “la scienza del vivere sano”, si è presa cura della salute del popolo indiano e di quelli vicini da tempo immemorabile. In India ed in alcuni paesi vicini è stata riconosciuta ufficialmente ed è largamente usata nei programmi di sviluppo sanitario; ha un approccio universale è può essere usata in modo vantaggioso nella cura sanitaria di tutti i tipi di persone, a prescindere dalle differenze geografiche, politiche, culturali e religiose. Nel presente documento vengono descritti in breve la sua attuale situazione in India, i suoi aspetti significativi, i concetti fondamentali e gli sviluppi possibili in futuro. La sua utilità nell’ alleviare le malattie dell’umanità sofferente in generale è di considerevole importanza, come supplemento e complemento alla medicina moderna.
Parole chiave: Ayurveda, panchamabhuta, dosha, dhatu, mala, prakrti, srotas, barman, manas, prana.
La scienza e l’arte dell’Ayurveda sono parte integrante dell’inestimabile eredità culturale che è premurosamente preservata e incoraggiate in India e nei paesi vicini, allo scopo di conservare e promuovere un concetto positivo di salute e per la prevenzione e la cura delle malattie.
Come scienza si basa su profondi e razionali principi di fisiologia, patologia, farmacologia, diagnostica e terapia che sono stati analizzati, resi sistematici e generalizzati mediante rigidi principi logici. Anche al giorno d’oggi, nonostante le sue vicissitudini temporali, l’Ayurveda come arte di guarigione seguita non solo dalla popolazione rurale più povera, ma anche da persone illuminate ed erudite di ogni ceto sociale, compresi intellettuali benestanti che altrimenti potrebbero permettersi di usufruire dei migliori medici della medicina occidentale moderna.
Il termine Ayurveda, che alla lettera significa “Scienza della vita”, è spesso usato in un senso ristretto come un “sistema di medicina”; questo diluisce e distorce considerevolmente il suo vero scopo ed obiettivo. La salute secondo l’Ayurveda non è solo la libertà della malattia; secondo Sushruta è uno stato dell’individuo: oltre all’armonia tra le unità funzionali (doshas), il meccanismo digestivo e metabolico (agnis) gli elementi strutturali (dhatus) e i prodotti di rifiuto(malas), una persona dovrebbe anche essere in eccellente stato (prosanna) per quanto riguarda l’anima o lo spirito (atman), i sensi (indriyas) e la mente (manas).

Situazione attuale

L’India ha enormi problemi di gestione della sanità a causa della sovrappopolazione; ha circa 900 milioni di abitanti di cui gran parte (più del 70%) vivono in zone rurali. Nonostante un massiccio sforzo per creare una rete di istituzioni sanitarie a livello di Stato, di Provincia e di villaggio, l’incidenza viene stimata intorno alla 30%, in termino di copertura dell’intera popolazione da parte del sistema statale che eroga assistenza. La popolazione rimanente dipende dalla locale tradizione di medicina ayurvedica, che ha profonde radici culturali perché di facile accesso, disponibile ed affidabile. Oltre che dai medici abilitati, la tradizione ayurvedica è portata avanti da milioni di casalinghe, da migliaia di donne che attendono di mettere al mondo in bambino in modo tradizionale, da ortopedici, da specialisti di netra cikitsa (trattamento specifico dei disturbi degli occhi), danta cikitsa (cura dei denti), visa vidya (trattamento degli avvelenamenti), manasa-roga cikitsa (trattamento delle malattie mentali) ed erboristi a livello tradizionale di villaggio. Tutte queste persone costituiscono un vero esercito di professionisti si Ayurveda tradizionale e i loro sforzi hanno reso autosufficiente la comunità di villaggio a livello sanitari. Dopo l’Indipendenza nel 1970, il governo indiano ha mutato la politica pre-indipendenza ed ha riconosciuto l’Ayurveda, insieme ad altri sistemi di medicina, per “lo sviluppo dei servizi sanitari del paese”.

Educazione

Al momento attuale c’è una sola università, a Jamnagar , in Gujarat, esclusivamente per i laureandi ed i laureati, che opera per il loro addestramento e per la ricerca dei vari aspetti dell’Ayurveda. All’Università indiana di Benares (Varanasi) c’è un Istituto per l’Addestramento Post-Laurea in Ayurveda, che rilascia lauree di Dottorato in Medicina (M.D. e Ph.D.) in questo sistema.
L’Istituto Nazionale di Ayurveda di Jaipur, in Rajasthan, fornisce attrezzature ai laureandi e dà ai laureati per la ricerca e l’addestramento in questo sistema. Più di recente il governo ha costituito un’ Accademia di Ayurveda per promuovere la ricerca nei vari aspetti della cultura ayurvedica. Inoltre, esistono più di 105 istituti universitari per l’addestramento dei laureandi, 40 dei quali hanno efficienti dipartimenti per addestrare i laureandi nelle diverse specialità ayurvediche. Tutte queste istituzioni sono affiliate alle università delle varie regioni.

Controllo dell’educazione e della professione

Per atto del Parlamento si è costituito un Consiglio Centrale legale di Ayurveda, che prescrive il curriculum e il piano di studi per le istituzioni educative e controlla l’attività dei professionisti iscritti all’albo di questo sistema. Oggi in India ci sono più di 250.000 iscritti all’albo ayurvedico.

Ricerca

Il Governo indiano ha costituito un Consiglio Centrale di Ricerca in Ayurveda per iniziare, guidare, sviluppare e coordinare la ricerca all’interno dei suoi vari aspetti secondo metodi scientifici, tenendo conto dei principi fondamentali di questo sistema. Questo Consiglio ha una rete di circa 100 tra istituti ed unità, per condurre vari programmi nei campi della ricerca applicata, dei farmaci, della loro standardizzazione, dello studio delle piante medicinali, della ricerca letteraria, della stima dell’assistenza sanitaria e della sperimentazione dei contraccettivi orali indigeni.

Comitato di Farmacopea Ayurvedica

Il Ministero della Sanità del Governo indiano ha costituito un Comitato di Farmacopea Ayurvedica per la formulazione di ricette ayurvediche standard.

Laboratorio di controllo dei farmaci

Il Governo indiano ha insediato a Ghaziabad un Laboratorio di Controllo dei Farmaci per esaminare i preparati ayurvedici ed assicurare il controllo della qualità.

Ospedali e dispensari

In varie parti del paese ci sono circa 400 ospedali ayurvedici e 14.000 dispensari. Ad esclusione di pochi essi, la maggior parte di questi ospedali e dispensari sono amministrati e finanziati dal Governo indiano e dai Governi statali. Tra questi, un ospedale e parecchi dispensari sono stati fondati per l’assistenza sanitaria ai sui stessi impiegati, secondo il Piano Sanitario del Governo Centrale. Dove tali dispensari non sono presenti, la spesa per la cura ayurvedica degli impiegati viene rimborsata. Secondo il programma di Assistenza Sanitaria Primaria, i medici ayurvedici vengono impiegati per impegnarsi nell’assistenza sanitaria preventiva e curativa.

Produzione di medicine ayurvediche

In privato alcuni medici ayurvedici producono da soli le loro medicine. Altri, specialmente negli ospedali e nei dispensari, usano medicine fabbricate da grandi e piccoli produttori, i quali superano in tutto il 11.000 unità. La produzione di medicine ayurvediche è tutelata dalla Legge sui Farmaci ed i Cosmetici, per assicurare condizioni igieniche e qualità dei prodotti. Il Governo indiano ha fondato una Corporazione Farmaceutica di Medicina Indiana per la produzione ed il rifornimento di autentiche medicine ayurvediche standard. Inoltre, molti governi statali hanno i loro ospedali e dispensari ayurvedici.

Amministrazione

Nel Ministero della Sanità, il Governo indiano ha un Commissario Speciale, un Consigliere, dei Consiglieri Deputati ed altro personale complementare, per sorvegliare l’adempimento dei vari programmi ayurvedici. I Governi statali hanno i loro Direttori di Ayurveda per l’adempimento dei progetti ayurvedici a livello di Stato. I Controllori di Farmaci dell’India e quelli dei vari Stati esercitano il controllo sulla produzione di medicine ayurvediche nelle loro rispettive zone. Il Piano delle spese di finanziamento, redatto dalla Commissione per la Programmazione dello sviluppo dell’Ayurveda, cresce ad ogni successivo Piano.

ASPETTI SIGNIFICATIVI DELL’AYURVEDA

L’Ayurveda ha i seguenti aspetti significativi, da comprendere in modo appropriato al fine di stimarne il valore:

Approccio olistico

L’Ayurveda è una scienza che considera la vita in modo olistico. Ogni parte che costituisce il fisico, per funzionare in modo corretto, è correlata da altre. Anche il funzionamento del corpo comprende una stretta relazione con la mente e con l’anima (spirito) dell’individuo. Dunque per mantenere la salute, il corpo deve essere libero dalla malattia, la mente deve essere felice e la persona deve essere spiritualmente elevata. Per correggere le malattie che si manifestano in qualsiasi parte del corpo, il medico esamina e tratta l’intero corpo e la mente, compreso lo spirito. E’ per tale ragione che, per la conservazione della salute positiva e della prevenzione, oltre che per la cura delle malattie, insieme al cibo ed alle medicine viene anche prescritto di seguire diversi codici di condotta e rituali religiosi.

Concetto psico-somatico di salute e malattia

Secondo l’Ayurveda la mente non è un’entità astratta, ma una sostanza oggettiva che controlla le tre unità funzionali, o dosha, del corpo, e cioè vayu, pitta e kapa; questi dosha d’altra parte esercitano un pieno controllo sulla mente. Per esempio, farmaci come Brami (Herpestris monniera) ed ingredienti del cibo come il latte di mucca, oltre ai loro effetti sul fisico, ne hanno anche sulla mente, favorendo la memoria, l’intelletto e la saggezza. A causa di questo stretto legame tra fisico e mente, le malattie non sono mai esclusivamente fisiche o mentali; il loro trattamento richiede l’applicazione sia di terapie fisiche che mentali.

Il campo è più importante del seme

Nell’Ayurveda si imputa la causa di malattie come kushtha (ostinati disturbi di pelle, incluse le labbra) e hrdroga (disturbi cardiaci) a diverse categorie di germi e organismi. Ma tali organismi vengono considerati fattori causali di natura secondaria; il fattore primario è il disturbo dell’equilibrio dei tre dosha (i tre fattori che regolano le funzioni del corpo). Come i semi germinano solo quando sono seminati su una terra fertile e marciscono se la terra è arida, così i germi, per quanto virulenti possano essere, non riusciranno a moltiplicarsi ed a provocare una malattia se le componenti del corpo sono in uno stato di equilibrio. Le terapie ayurvediche non vengono prescritte allo scopo di distruggere l’organismo invasore, ma per ristabilire questo equilibrio per cui i germi invasori (i semi) trovino un’atmosfera ostile (il campo arido) per la loro sopravvivenza, ed alla fine siamo distrutti.

Uso di farmaci naturali

Nell’Ayurveda si fa uso terapeutico di farmaci d’origine vegetale e animale, nonché di metalli, minerali, pietre preziose e semi- preziose. Tutto ciò viene usato in forma naturale, oppure trattata allo scopo di estrarne l’essenza integrale o di renderla atossica, gradevole al palato, assimilabile e più potente in senso terapeutico. Alcune parti di questi farmaci, come alcaloidi, glucosi ed altri principi attivi non vengono estratti per uso terapeutico. Secondo l’Ayurveda ogni farmaco possiede delle parti terapeutiche utili che, se usate da sole, possono produrre un effetto tossico. Lo stesso farmaco contiene tuttavia altre parti che ne controbilanciano gli effetti nocivi. Perciò viene messo in rilievo l’uso dell’intero farmaco e non ne vengono usate parti isolate, né sintesi chimiche.

Natura atossica

In medicina vengono usati ingredienti tossici come l’aconito, il mercurio e l’arsenico. Tuttavia prima dell’uso questi ingredienti vengono trattati attraverso elaborate procedure, che sono prescritte nei testi ayurvedici. Sottoponendo i farmaci ayurvedici a tali trattamenti non solo ne viene eliminata la tossicità, ma essi sono resi anche più potenti ai fini terapeutici, per cui sono necessarie e vengono somministrate solo piccole dosi. I medici hanno usato regolarmente e costantemente queste ricette per migliaia di anni; ciò attesta in modo ovvio l’assenza di qualsiasi effetto tossico e di natura acuta, subacuta o cronica.

Ogni medicina è un tonico

Tutte le medicine ayurvediche, comprese quelle che altrimenti conterrebbero degli ingredienti tossici, come l’aconito e l’arsenico, sono ugualmente utili sia per i pazienti che per le persone sane. Nei primi comunque, le medicine, mentre curano la malattia, producono immunità contro eventuali attacchi futuri e perciò, invece di far insorgere effetti collaterali di natura tossica, producono effetti collaterali benefici; in soggetti sani, ridanno vitalità alle cellule corporee e stimolano il sistema immunitario; rinforzano anche la resistenza del corpo contro la malattia.

Importanza del concetto di salute in positivo

Lo scopo principale dell’Ayurveda è quello di mantenere la salute delle persone sane, prevenendo il manifestarsi delle malattie, conservando e promuovendo un concetto di salute positivo; il trattamento di malattie manifeste è un obiettivo secondario. Senza dubbio l’Ayurvda rappresenta un tesoro di ricette terapeutiche utili e comprovate nel tempo, che curano parecchie malattie ostinate ed altrimenti incurabili; i suoi precetti per conservare e promuovere la salute in positivo e per prevenire le malattie sono un dono per l’umanità sofferente.

Importanza della dieta

Nell’Ayurveda si dà considerevole importanza ad un dieta corretta per prevenire e curare le malattie. Se una persona segue una dieta e un regime di vita corretti, le medicine sono superflue, perché egli non cadrà vittima di malattie; se dovesse accadergli, il disturbo sarebbe curato con facilità. Se però una persona non segue una dieta e un regime di vita corretti, non sarà possibile curarlo nonostante le migliori medicine. Perciò i testi ayurvedici descrivono in dettaglio le proprietà dei vari ingredienti della dieta e delle bevande.

Interdipendenza di microcosmo e macrocosmo

Secondo l’Ayurveda l’individuo (microcosmo) è una replica dell’universo(macrocosmo). In maniera virtuale, ogni fenomeno dell’universo, o brahmanda, può essere trovato all’interno dell’individuo, o pinda, seppure in forma sottile. Quindi ogni azione dell’individuo a sua volta ha un impatto sull’ambiente e sull’universo. La relazione inter-cosmica, che è il vero e proprio fondamento dell’Ayurveda, è ulteriormente elaborata nel Tantra e nello Yoga. Di conseguenza, mediante varie pratiche logiche e recitazioni tantriche di mantra, una persona può controllare non solo il proprio corpo, mente ed anima, ma può altresì esercitare un controllo sui fenomeni dell’universo. L’atteggiamento del dottore verso i pazienti gioca in questo modo un ruolo vitale a beneficio di questi ultimi. Sono da considerarsi importanti, quindi, anche quelle parti dei testi ayurvedici che prescrivono al dottore vari codici di comportamento.

Approccio universale

Lo scopo e l’utilità dell’Ayurveda non si limita ad alcuna particolare comunità, né al alcun gruppo politico, geografico, economico o socio-culturale. I principi dell’Ayurveda sono utili per la gente appartenente a tutte le diverse parti del mondo. Secondo Caraka, la “Scienza della vita” non ha limitazioni. Perciò l’umiltà e l’instancabile operosità devono caratterizzare ogni tentativo e sforzo del dottore nell’acquisire conoscenza. Il mondo intero è composto di insegnanti per chi li sa riconoscere, e solo uno stupido vi trova dei nemici. Di conseguenza, secondo Caraka, una conoscenza che porta salute, longevità, fama ed eccellenza, anche se proviene da una fonte non familiare (o nemica) dovrebbe essere ricevuta, assimilata ed utilizzata con onestà.
Questo approccio ayurvedico risulta evidente dalle descrizioni scientifiche che vengono date nei testi classici. Vengono descritti in dettaglio, con riferimenti alle loro proprietà terapeutiche, parecchi prodotti vegetali, animali e minerali che non sono presenti in India; vengono anche descritte le proprietà di diversi ingredienti di cibi e bevande che di norma non sono usati in India come la carne, specialmente di mucca. I principi dell’Ayurveda sono applicabili in ogni parte del mondo e le loro modalità d’uso possono essere modificate secondo le esigenze delle differenti regioni.

CONCETTI FONDAMENTALI

Riguardo alla salute, alla malattia, alla composizione dei farmaci e alla loro azione, l’Ayurveda ha i suoi concetti fondamentali; è necessario comprendere tali concetti per un corretto apprezzamento della razionalità che sta dietro alle migliaia di ricette descritte nei testi ed usate dei medici ayurvedici per l’assistenza sanitaria delle persone. Di seguito sono descritti in breve questi concetti, che si basano sui vari sistemi della filosofia indiana.

Il concetto delle tre guna

Secondo la filosofia indiana tutta la materia e la psiche, dalla forma più sottile alla più grossolana, sono caratterizzate dal fatto di mostrare tre attributi, o guna, che sono sattva, rajas e tamas. Sattva significa purezza oppure coscienza, rajas energia e dinamismo e tamas massa, inerzia e stabilità. Nella filosofia indiana si ritiene che queste guna siano delle entità reali e concrete che si uniscono, si separano e si riuniscono ancora in maniera perpetua. Tutte le cose che esistono nell’universo sono il risultato del loro modo particolare di disporsi e di combinarsi. Nel mondo fenomenico, qualunque energia esista è dovuta da rajas; ogni materia, ogni resistenza ed ogni stabilità sono dovute a tamas; tutte le manifestazioni coscienti sono dovute a sattva. Quella particolare guna che, in una data sostanza, risulta predominante diviene manifesta, mentre le altre due restano latenti, anche se la loro presenza può essere dedotta dagli effetti che esse hanno. La collocazione di queste guna, secondo l’Ayurveda, è ciò che determina le differenze nel temperamento psichico e nella costituzione fisica di una persona. Comprendere queste tre guna è essenziale per poter apprezzare in modo adeguato i vari concetti dell’Ayurveda.

I concetti di mana (mente) e di prana (slancio vitale)

Secondo la filosofia Vedanta, l’individuo è composto di cinque successivi rivestimenti (kosha), e cioè annamaya kosha (il fisico) che si compone di cinque mahabhuta: pranayama kosha (o rivestimento dell’elan vitae. Lo slancio vitale); manomaya kosha (rivestimento della psiche), vijnanamaya kosha (rivestimento dell’intelletto); e anandamaya kosha (rivestimento della beatitudine). Questi rivestimenti sono indipendenti e le loro manifestazioni sono in stretta relazione. Il primo strato costituisce il corpo fisico; il secondo e il terzo strato costituiscono il corpo astrale. La conoscenza di questa interrelazione tra il fisico, la mente e lo slancio vitale è molto importante per poter adeguatamente apprezzare le varie misure di assistenza sanitaria prescritte nell’Ayurveda.

La teoria del panchamahabhuta

Il corpo (microcosmo), come l’universo, secondo l’Ayurveda si compone di cinque mahabhuta (elementi basilari), e cioè prthvi, ap, tejas, vaju e akasha.Spesso questi termini vengono mal tradotti come terra, acqua, fuoco, aria ed etere; questo è fuorviante anche per i critici dell’Ayurveda meglio intenzionati. Queste cinque categorie di materia corrispondono ai cinque sensi, e ciò rispettivamente all’olfatto, al gusto, alla vista, al tatto e all’udito. La materia di cui il mondo si compone oggettivamente viene compresa in modo soggettivo, per mezzo dei cinque sensi, lungi dall’essere sviluppati nell’uomo al suo presente stato di evoluzione. Questi cinque stati della materia /successione soggettiva) ed i cinque sensi (successione oggettiva) sono entrambi i prodotti dell’evoluzione di prakrti (la materia primordiale). Queste cinque mahabhuta non sono gli elementi descritti dalle scienze fisiche del nostro tempo, come una poco accurata traduzione di questi termini potrebbe far credere, bensì le cinque classi di oggetti del nostro universo materiale, collegate ai cinque sensi modo che soggettivamente possiamo aver contatto con l’universo oggettivo.
Il corpo, il cibo ed i farmaci sono composti di queste cinque mahabhuta. Ciò che provoca le malattie è il disturbo nell’equilibrio delle mahabhuta; per correggere questi disturbi devono essere usate le mahabhuta appropriate, sottoforma di farmaci e di cibo. Anche se i tratti caratteristici di queste mahabhuta sono descritti dettagliatamente nei testi ayurvedici, in pratica è estremamente difficile accertarne i requisiti esatti; perciò la loro presenza nel corpo descritta in termini di dosha (le tre unità funzionali), dathus (le sette categorie dei tipi di tessuto), mala (i prodotti di rifiuto) e così via. Analogamente, la composizione mahabhutica dei farmaci, della dieta etc. viene descritta in termini di rasa (i sapori), guna (gli attributi), virya (la potenza), vipaka (il sapore che emerge dopo la digestione), e prabhava (l’azione specifica).

Il concetto di dosha

Le dosha e cioè vayu, pitta e kapha, sono le tre unità funzionali elementari, principi da cui dipende la costruzione ed il sostentamento del corpo. Una persona resta sana fino a che nel suo corpo questi tre elementi restano in stato di equilibrio; il corpo ha la capacità di superar da solo dei piccoli disturbi nel loro equilibrio.
Ma se questa persona ha dei disturbi che superano certi limiti, egli soccombe alle malattie e al deperimento. Le dosha si trovano nel corpo in due forme differenti: sthula, grossolana e sukshma, sottile. Nel loro stato sottile le dosha sono atindriya, cioè al di là della normale consapevolezza dei sensi; il loro stato normale o anormale viene accertato tramite il manifestarsi delle loro rispettive azioni. Queste tre dosha controllano tutte le funzioni fisiche e psichiche della persona; ognuna di queste tre dosha si suddivide ulteriormente in cinque categorie, sulla base della sua azione sulle diverse parti del corpo; i dettagli di ciò si trovano descritti sui testi ayurvedici.

Dhatus, i tipi di tessuto

La struttura fisica del corpo, secondo l’Ayurveda, si compone di sette categorie di dhatus, o elementi tessutali: rasa (il chilo, compreso il plasma), rakta (la parte rossa del sangue), mamsa (il tessuto muscolare), medas (il grasso), asthi (il tessuto osseo), majja (il midollo osseo) e shukra (il seme, o fluido generatore). I tipi di elementi tessutali sono due: posaka (elementi nutritivi dei tessuti) e posya (tessuti stabili); i primi, secondo l’Ayurveda, si spostano attraverso vari canali per portare nutrimento ai secondi. La circolazione di tali elementi di nutrimento dei tessuti è controllata da vayu; il loro metabolismo,compresa l’assimilazione, da pitta, mentre kapha contribuisce a mantenere la loro coesione e compattezza. Durante la trasformazione metabolica di questi elementi tessutali viene prodotta, come loro essenza, una sostanza chiamata ojas; essa fornisce immunità, cioè il potere di resistere agli attacchi delle malattie. La diminuzione di ojas (ojas-ksaya) è la causa responsabile della temuta malattia chiamata AIDS.
Mala, i prodotti di rifiuto

Durante i processi digestivi e metabolici si formano diversi prodotti di scarto.
Alcuni di questi servono ad uno scopo utile, ma alla fine vengono eliminati dal corpo attraverso le feci, le urine, il sudore etc. Per il mantenimento di una buona salute è essenziale che vengono eliminati regolarmente. Nella terapeutica ayurvedica si pone sempre attenzione all’eliminazione di questi rifiuti.

Prakrti, la costituzione fisica

L’Ayurveda classifica in modo schematico le persone in sette categorie, ognuna delle quali è chiamata prakrti, con precise caratteristiche fisiche e mentali. Queste sette categorie sono causate da vayu, pitta e kapha e dalle loro combinazioni. Questa caratteristica della persona si sviluppa proprio fin dalla nascita e continua fino alla morte. Conoscere quale è questa prakrti è essenziale per scegliere il cibo, le bevande e gli stili di vita appropriati per le diverse categorie di persone, come pure le medicine per il trattamento dei loro disturbi.

Srotas, i canali della circolazione

Nel corpo esistono innumerevoli canali di circolazione, che portano il nutrimento proveniente dall’esterno negli organi e nei tessuti del corpo per il rifornimento di quanto è stato consumato, per la loro crescita e per l’eliminazione dei prodotti di rifiuto del processo metabolico. Ogni ostruzione di tali canali fa insorgere delle malattie. Le tre dosha, vayu, pitta e kapha circolano attraverso tutto il corpo; il mana (psiche o mente) circola attraverso le parti consce dl corpo, escluse le unghie, i capelli, le feci e l’urina. Ogni impedimento o ostruzione di questi canali disturba l’equilibrio delle dosha; d’altro canto, anche delle dosha in condizioni aggravate possono causare l’ostruzione dei canali. Perciò è importante, ai fini della cura, conoscere questi canali; nella terapeutica ayurvedica, prima di tutto si prendono delle misure per rimuoverne l’ostruzione.

Vega dharana, la soppressione degli stimoli naturali

Per restare in buona salute, l’Ayurveda proibisce strettamente la soppressione degli stimoli naturali che si manifestano (vega dharana), poiché varie categorie di disturbi sono causati da tale soppressione. I vega dharana sono quelli dell’urinare, defecare, eiaculare, svuotarsi dell’aria, vomitare, essere affamati, assetati, piangere, dormire e respirare profondamente dopo un esaurimento. Nei testi ayurvedici sono descritte nei più minimi dettagli, le misure da adottarsi per correggere i disturbi dovuti alla soppressione di questi stimoli.

Agni, gli enzimi responsabili della digestione e del metabolismo

Il termine agni significa letteralmente “fuoco”. Proprio come il cibo viene cotto con l’aiuto di un fuoco esterno, anche dentro al corpo il cibo, le bevande ei i farmaci vengono digeriti, metabolizzati ed assimilati dai vari tipi di tessuto con l’aiuto di 13 categorie di agni (gruppi di enzimi). Uno di questi gruppi si trova nel tratto gastro-intestinale ed è chiamato jatharagni; cinque di tali gruppi si trovano nel fegato, per la trasformazione di ingredienti eterogenei in omogenei, e sono chiamati bhutagni. Gli altri sette gruppi si trovano in sette tipi di tessuto e presiedono ai processi di metabolismo ed assimilazione: si chiamano dhatvagni. Se questi agni funzionano male insorgono delle malattie; perciò lo scopo primario del trattamento ayurvedico è quello di correggere prima di tutto questi agni

Karman, i risultati delle azioni passate

Le cause generali delle malattie sono classificate grosso modo come segue:
prajnaparapadha che significa blasfemia intellettuale asatmyendriyarthasamyoga, il contatto non completo dei sensi con gli oggetti (inclusi i germi); kalaparinama, l’esposizione a vicissitudini temporali. On questa terza categoria è incluso il barman, l’insieme delle conseguenze delle azioni del passato, sia appartenenti a questa vita, sia a vite precedenti. In genere si manifestano in forma di serie malattie che affliggono il corpo, la mente e lo spirito. Di solito queste malattie non sono trattabili mediante i metodi consueti; per la loro cura vengono prescritte delle terapie speciali che comprendono dei rituali religiosi.

L’esame dei pazienti

Secondo l’Ayurveda, un paziente viene esaminato mediante ispezione (darshana), palpazione (sparshana) ed interrogazione (prashna). Inoltre si esaminano i pazioneti in modo specifico mediante nadi (esame del polso), mutra (esame dell’urina), mala (esame delle feci) netra (esame dell’occhio), jihva (esame della lingua), sparsa (esame della pelle), shabda (esame della voce) e akrti (tratti fisici). Presi tutti insieme, questi modi si chiamano astasthana pariksa, gli otto modi di esaminare un paziente.

L’ esame delle malattie

Secondo l’Ayurveda, una malattia viene esaminata facendo riferimento ai seguenti elementi: nidana (esame dei fattori di causa), purva rupa (esame dei segni premonitori e dei sintomi), rupa (esame dei degni che si manifestano e dei sintomi della malattia), upasaya (esame mediante la somministrazione delle terapie) e samprapti (patogenesi). Presi tutti insieme, questi elementi sono chiamati pancha nidana, i cinque modi di esaminare una malattia.

Concetti sulla composizione dei farmaci e sulla loro azione

Come è già stato spiegato in precedenza, gli ingredienti dei farmaci, del cibo e delle bevande sono composti da cinque mahabhuta: prthvi, ap, tejas, vayu e akasha, che vengono somministrate in modo appropriato a una persona sana oppure ad un paziente, allo scopo di portare rifornimento dove c’è stato un consumo o una perdita, allo scopo di portare nutrimento per la crescita ed allo scopo di correggere l’equilibrio di queste mahabhuta, che è stato disturbato e quindi ha prodotto la malattia. I tratti caratteristici delle mahabhuta che si trovano nella composizione dei farmaci etc., sono descritti dettagliatamente nei testi ayurvedici, ma in pratica è difficile selezionare un farmaco solamente in base a tali descrizioni; perciò questi tratti caratteristici vengono descritti in termini di rasa (sapori), guna (attributi), virya (potenza), vipaka (il sapore che emerge dopo la digestione) e prabhava (azioni specifiche), che un dottore può facilmente accertare ed usare come base per la conservazione della salute, la prevenzione delle malattie e la loro cura. Secondo l’Ayurveda c’è poca differenza tra un farmaco ed un ingrediente del cibo: entrambi possiedono i cinque fattori sopra nominati; l’unica differenza è che nel primo predomina virya (potenza) e nel secondo rasa (sapore).
I farmaci usati in Ayurveda senza dubbio contengono glucosidi, alcaloidi ed altri principi attivi; ma i medici ayurvedici non usano questi farmaci per la loro composizione chimica sopra descritta; l’azione terapeutica dei farmaci è descritta nei testi ayurvedici e viene usata dai medici solo sulla base del loro rasa (sapore), guna (attributi) e via dicendo. Gli scienziati interessati nella ricerca con i farmaci ayurvedici devono sempre tenere ben presente questo punto, altrimenti approderanno a conclusioni errate.

Modalità differenti di terapia

Secondo l’Ayurveda, a venir trattate non è la malattia (roga), ma il paziente (rogi); questa è senza dubbio una sottile ma molto importante differenza, dal punto di vista ayurvedico, in quanto a due pazienti che hanno la stessa malattia possono essere prescritti due tipi di rimedi differenti. Tenendo presente ciò, il medico ayurvedico dà sempre prescrizioni e ricette ad ogni singolo paziente (purusham purusham viksya). Come abbiamo detto prima il trattamento, secondo l’Ayurveda mira al mantenimento dell’armonia tra le dosha, alla stimolazione di specifici gruppi di enzimi (agni) ed alla rimozione delle ostruzioni lungo i canali di circolazione (srotas-rodha). In questa prospettiva nella pratica ayurvedica, in aggiunta ai singoli farmaci, di solito vengono usati diversi farmaci racchiusi in forma di un’ unica ricetta. Generalmente le terapie ayurvediche sono di due tipi: samsamana, la terapia di lenimento per normalizzare le parti del corpo aggravate. Il primo tipo comprende cinque terapie specializzate, chiamate pancha-karma.

Classificazione dei farmaci

Secondo l’Ayurveda ogni cosa che si trova al mondo è terapeuticamente valida, così come ogni cosa può essere usata in modo appropriato per conservare e promuovere la salute positiva e per prevenire e curare le malattie. Per fare un esempio, nei testi ayurvedici sono descritti circa 700 ingredienti medicinali; un medico perspicace riguardo alla concezione ayurvedica della composizione dei farmaci e della loro azione può accertare l’utilità terapeutica di qualunque altro ingrediente disponibile in questo mondo, anche se la sua funzione non si trova descritta nei testi di Ayurveda. Di solito, le medicine e gli ingredienti del cibo sono classificati in tre categorie, secondo la loro sorgente o origine: audbhijja (origine vegetale), jangama (origine animale) e bhauma (metalli, minerali, pietre preziose e semi-preziose). Le prime due categorie vengono chiamate cetana (dotate di coscienza), la terza categoria è chiamata acetana (sprovviste di coscienza, oppure con la coscienza in fase latente). Secondo altri criteri, i farmaci e gli ingredienti del cibo sono classificati in vario modo, come rasa (sapore), guna (attributo), virya (potenza),vipaka (il sapore emergente dopo la digestione), prabhava (azione specifica), karman (l’azione terapeutica che comprende l’azione su differenti parti del corpo in una persona sana), akrti (tratti fisici) e kalpana (processi farmaceutici implicati o modalità di preparazione).

PROSPETTIVE FUTURE

La maggior parte dei testi ayurvedici sono in Sanscrito. Nonostante gli sforzi per tradurli nei linguaggi dei paesi vicini durante il periodo medievale, non è ancora stato fatto alcun sforzo effettivo per tradurli in Inglese, o in qualche altro linguaggio Europeo o Asiatico. Perciò scienziati di tutto il mondo (e perfino in India) sono tenuti all’oscuro dei meriti e delle usanze terapeutiche di questa Scienza della Salute, nonostante i suoi meritevoli servizi resi alla società; così questo ricco tesoro di conoscenza della salute giace ancora inesplorato.

Durante gli ultimi decenni la scienza medica ha effettuato considerevoli progressi in molti campi; l’area della specializzazione e della tendenza a vedere l’uomo come un conglomerato chimico-fisico di molte parti separate sta lasciando il posto ad un nuovo genere di concezione: la nuova scuola di pensiero è diretta verso il concetto di uomo come un tutto intero, con i suoi aspetti fisici, emozionali e spirituali uniti in modo inseparabile, a formare un essere vivente.

Si riconosce sempre più il luogo dove l’uomo si colloca come una parte organica dell’universo biologico e cosmico, soggetto a tutte le immutabili e irrevocabili leggi della natura. In questo contesto è diventata sempre più evidente l’importanza del ruolo che svolge la nutrizione, in medicina preventiva e curativa. Anche se stanno avendo luogo dei profondi cambiamenti nel pensiero medico, l’approccio farmacologico convenzionale non è oggi capace di risolvere l’aumento catastrofico di malattie come l’AIDS, il cancro, i disturbi cardiovascolari, il diabete, l’asma, l’artrite ed altri. Si pensa che molte di queste malattie siano “incurabili” e vengono prescritte solo alcune terapie palliative per prolungare uno stato di vita doloroso. La morte è la verità eterna e nessuno può sfuggirle. Ma da vecchio l’uomo diventa inefficiente a causa di queste malattie che lo rendono invalido; l’uomo da vecchio deve essere una benedizione per la società, con la sua ricca esperienza di vita; invece diventa un peso per la sua famiglia e per la società.

Fatto sta che i professionisti dell’Ayurveda, per queste ostinate ed altrimenti incurabili malattie, hanno cure efficaci e precetti ayurvedici che promuovono la salute positiva e prevengono le malattie. Sfortunatamente, per ignoranza o forse di proposito, questi professionisti sono derisi come ciarlatani; queste cure sono sistematicamente boicottate attraverso i media audio-visivi. La gente viene portata a credere che l’uso costante di antibiotici, antidolorifici, tranquillanti e steroidi, che danno temporaneo sollievo dal dolore ed il cui uso continuato li rende gradualmente inefficaci, siano l’unica soluzione. Di fatto, seri effetti tossici collaterali derivano dall’uso prolungato di questi farmaci convenzionali; la netta conseguenza di questa criminosa negligenza verso i pazienti ha prodotto in tutto il mondo migliaia i uomini, donne e bambini incapaci e improduttivi.

L’altra parte della storia è che in diverse parti del mondo, particolarmente nelle culle delle antiche civiltà, esistono antichi rimedi che sono stati usati per migliaia di anni, nel trattamento delle cosiddette malattie ostinate o incurabili. Questi farmaci naturali non sono usati solo empiricamente; i professionisti tradizionali illuminati di India, Cina, Nepal, Sri Lanka, Bhutan, Myanmar, Pakistan e Mauritius forniscono anche la giustificazione logica che sta dietro all’uso di questi prodotti naturali nel trattamento di tali malattie. L’Ayurveda che prevale in India e nei paesi vicini è un ricettacolo di farmaci ben sperimentati, alcuni dei quali sono stati scientificamente provati, in condizioni controllate, su animali e persone e si sono dimostrati efficaci. Forse in un prevedibile futuro l’Occidente imparerà dalla saggezza dell’Oriente.